Il Piccolo Gruppo Educativo “Coccole e Paciughi” pone al centro della propria attività pedagogica il bambino e la bambina, intesi quali portatori di diritti, persone competenti e con una propria intenzionalità, soggetti attivi e non semplici oggetti dei processi di apprendimento.
Ci ispiriamo all’idea di bambino che si è evoluta a partire dal pensiero pedagogico del ‘900, anche grazie alle riflessioni di Maria Montessori, John Dewey, Don Milani e Loris Malaguzzi.
Proprio Malaguzzi con la sua poesia “Invece il 100 c’è” ci restituisce l’immagine di un bambino caratterizzato da 100 linguaggi da promuovere, sviluppare e apprezzare. Ciò può avvenire solo se si concede al bambino la giusta fiducia, che consiste nel riconoscimento della sua identità e delle sue potenzialità. I bambini attuano le loro possibilità quando gli adulti danno loro credito, un disavanzo positivo è la base più salda sulla quale poggiarsi per intraprendere un’autonoma costruzione delle proprie conoscenze (Fortunati, 2016).
Attraverso la fiducia si promuove il protagonismo del bambino inteso come soggetto attivo co-costruttore del proprio percorso di crescita, del proprio fare e del proprio sapere.
A riguardo proprio la prospettiva socio-costruttivista di Bruner (1992) considera il bambino competente e sociale sin dalla nascita: egli infatti interagisce attivamente e costruttivamente con l’ambiente circostante per determinare il proprio sviluppo e la propria crescita.
Come afferma Fortunati (2016) i bambini possiedono una formidabile attitudine naturale per essere protagonisti della loro crescita e del loro sviluppo, un’attitudine che traducono nella curiosità nei confronti del mondo delle cose e delle relazioni e nella straordinaria abilità di essere presenti costruttivamente all’interno dei contesti di esperienza in cui sono coinvolti.
Questa visione rimanda al modello ecologico-sistemico che vede il bambino come prodotto dell’ambiente e allo stesso tempo costruttore sociale di conoscenza.
È su questi principi che il PGE “Coccole e Paciughi” fonda l’idea di bambino, ponendolo al centro gli dà voce e prende in considerazione costantemente il suo punto di vista, considerandolo soggetto degno di attenzione e rispetto. Sostiene inoltre la realizzazione dell’immagine di un bambino libero, ricercatore, innovatore, artista e sperimentatore.
Fondamentale per noi è il concetto di scoperta, di autonomia, a volte anche di “rischio”; nel lasciare i bambini liberi di esplorare si lascia un certo margine all’imprevedibilità, al non programmato, all’incertezza, aspetti ormai sconosciuti ai bambini di oggi che vivono prevalentemente situazioni, giochi ed attività già predefinite, con obiettivi e finali già “stabiliti”.
Riteniamo, invece, importante lasciare spazio al “non previsto” che c’è in educazione, per far si che veramente i bambini siano artefici e protagonisti del proprio percorso evolutivo.
Come diceva Jean Piaget: “Ogni volta che si spiega qualcosa a qualcuno, gli si impedisce di scoprirla da solo”.
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